“Corpi in Rete” nasce dall’osservazione critica delle dinamiche di autorappresentazione nei social media contemporanei. Il progetto interroga i meccanismi attraverso cui la tecnologia digitale influenza la percezione del nostro corpo e della nostra identità, esplorando le zone d’ombra della presenza online.
Attraverso una serie di performance dal vivo, l’artista mette in scena situazioni limite dove il confine tra reale e virtuale diventa labile e problematico. Queste azioni vengono documentate e successivamente rielaborate digitalmente per evidenziare distorsioni percettive e sovrapposizioni tra diversi livelli di realtà. Il processo creativo diventa un laboratorio di ricerca che indaga le implicazioni psicologiche del vivere simultaneamente in spazi fisici e digitali.
Un elemento distintivo è la dimensione partecipativa: il pubblico viene attivamente coinvolto nell’esperienza, invitato a condividere riflessioni e esperienze personali. Questa metodologia collaborativa trasforma ogni performance in un momento di dialogo collettivo e costruzione condivisa di significato, creando una comunità temporanea di ricerca artistica.
L’obiettivo è stimolare una discussione critica sulle implicazioni della presenza digitale, offrendo strumenti per sviluppare maggiore consapevolezza nell’uso quotidiano delle tecnologie che permeano la nostra esistenza. Il progetto propone un’arte relazionale che utilizza il corpo come archivio di memoria e resistenza nella società dell’immagine.
Sequenza di movimenti corporei durante una performance sulla rappresentazione dell’identità digitale
Interfaccia social media integrata nella performance per esplorare l’interazione virtuale
Documentazione video di una performance che indaga il rapporto corpo-tecnologia
Elaborazione digitale dell’immagine corporea per evidenziare la frammentazione identitaria online